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Piano Casa Regione Lazio

“Piano Casa Regione Lazio”

Il Nuovo Piano Casa della Regione Lazio viene emanato con la Legge Regionale 13 Agosto 2011 n° 10, e promuove misure straordinarie per il settore Edilizio. Le modifiche apportate alla precedente legge del 2009 rendono gli interventi più facilmente realizzabili grazie a minori misure restrittive.

Il Piano Casa è uno strumento che permette di ampliare edifici esistenti incentivando l’adeguamento antisismico, il risparmio energetico, il cambio di destinazione d’uso in edifici residenziali oltre a prevedere altre misure finalizzate all’ incremento degli investimenti nel settore edilizio.

E’ prevista per tutti gli edifici esistenti regolarmente costruiti ed anche per quelli non conclusi ma aventi un regolare titolo abilitativo, come ad esempio il permesso di costruire.

Il Piano Casa può essere inoltre utilizzato anche in zone agricole e, in parte, nelle zone di promozione economica e sociale delle aree naturali protette. Sono invece esclusi dal Piano Casa le aree dei centri storici ed i casali e complessi rurali costruiti prima del 1930.

L’ampliamento standard previsto è pari al 20% della cubatura fino ad un massimo di 70mq per gli edifici residenziali e 200mq per quelli non residenziali. Gli edifici artigianali e industriali possono raggiungere il 25% della cubatura con un massimo di 500mq. Sono previsti diversi incentivi di cubatura nel caso venga adeguato tutto l’edificio alla normativa antisismica (35%), si proceda con la demolizione-ricostruzione (35%), si faccia uso di un concorso di progettazione (+10%) o si preveda l’uso di fonti di energia rinnovabile con una potenza non inferiore a 1MW (+10%). In alcuni casi è possibile anche ampliare fino al 60%.

Anche singole unità immobiliari poste in edifici plurifamiliari possono usufruire dell’ampliamento fino al 20% della volumetria o della superficie utile esistente.

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Le classi energetiche degli edifici

Tali classi vengono definite dalla Certificazione Energetica degli Edifici, ovvero un attestato previsto da una direttiva UE e reso obbligatorio in Italia tramite il d.lgs. 19 agosto 2005, n. 192 (attuativo della direttiva 2002/91/CE). E’ possibile scaricare il pdf delle 2 normative cliccando sui link sottostanti:

– D.lgs.192 del 19/08/2005

– Direttiva 2002/91/CE

Mediante la certificazione energetica, per ogni edificio vengono individuati due valori per classe energetica:  il primo rappresenta il consumo di energia dovuto al riscaldamento o alla climatizzazione invernale (cioè il fabbisogno annuo di energia primaria dell’edificio), il secondo rappresenta invece il consumo di energia legato al raffrescamento o alla climatizzazione estiva (cioè il fabbisogno annuo di energia termica).

Il certificato energetico consente di comprendere come è stato costruito un edificio o un appartamento sotto il profilo dell’isolamento termico e della coibentazione, analizzando l’efficienza degli impianti e del sistema di distribuzione per mettere in evidenza il consumo energetico dell’edificio stesso.

I fattori che entrano in gioco per la determinazione del fabbisogno energetico di un edificio sono molteplici e riguardano sia la tipologia del riscaldamento presente, sia le tipologie di materiali, pareti e serramenti, che costituiscono l’involucro di un edificio

Secondo le direttive, le classi energetiche degli edifici sono 8: si va dalla G, la classe energetica più bassa, che indica pertanto i consumi più alti, fino alla A+, la classe energetica più alta che indica quindi i consumi minori.

Jpg: classi_energetiche_edifici_2

La collocazione in una buona classe energetica contribuisce a rivalutare l’immagine e ad incrementarne il valore di mercato di un immobile. Come tale, a garanzia della sua attendibilità, la certificazione energetica deve essere rilasciata da organismi terzi, di cui dovranno essere garantite la qualificazione e l’indipendenza.

Attualmente il fabbisogno energetico delle nuove costruzioni non può essere per legge inferiore alla fascia C.

Come effettuare il calcolo della classe energetica degli edifici

Se vogliamo stimare la classe energetica di un appartamento con riscaldamento autonomo occorre innanzitutto evincere dalle proprie bollette del gas il consumo annuo in metri cubi di gas metano per il riscaldamento invernale. Dopodiché, sapendo che un metro cubo di gas bruciato da una caldaia a gas di tipo tradizionale produce circa 8,3 kWh termici, si moltiplica “8,3” per i metri cubi trovati in precedenza, ottenendo il consumo annuo, espresso in kWh termici, per il riscaldamento invernale. Infine, si divide tale consumo per i metri quadri di superficie utile dell’abitazione, ricavando il “consumo annuo per mq” per il riscaldamento invernale, espresso in kWh/anno per mq. A questo punto, si raffronta il valore ottenuto con quelli indicati nella tabella per capire in quale fascia si rientra.

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Come calcolare l’IMU

IMU sta per “Imposta Municipale Propria”, è una nuova imposta introdotta nell’ordinamento giuridico italiano dal comma 1 dell’art. 8 del d.lgs. 23 del 2011, che sostituisce l’imposta comunale sugli immobili (ICI) e, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).
La principale novità introdotta dalla nuova imposta, è che l’Imu è applicata a tutti gli immobili, comprese le abitazioni principali (prima casa) e le loro pertinenze, ma anche su quelli ad uso commerciale, come negozi ed altre strutture.

Chi deve pagare l’IMU?

il proprietario di fabbricati, aree fabbricabili e terreni destinati a qualsiasi uso;
il titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie;
l’ex coniuge affidatario della casa coniugale;
il locatario per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.

Come calcolare l’IMU?

La base imponibile su cui viene calcolata l’IMU è la stessa utilizzata per la vecchia ICI, e corrisponde al valore dell’immobile calcolato ai sensi dell’art.5 del D.Lgs.n°504 del 30 dicembre 1992, vengono però modificati i moltiplicatori assegnati a ciascuna categoria catastale utilizzabili ai fini del calcolo.
L’aliquota principale da utilizzare per il calcolare l’IMU è pari allo 0,76%, modificabile dai comuni in aumento o diminuzione sino 0,3 punti percentuali, o fino allo 0,4% per immobili non produttivi di reddito fondiario, posseduti da soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società o per gli immobili locati.
Alle abitazioni principali e alle loro pertinenze si applica l’aliquota ridotta pari allo 0,4%, modificabile dai comuni in aumento o diminuzione sino 0,2 punti percentuali.
L’aliquota applicata ai fabbricati rurali ad uso strumentale è pari allo 0,2%, modificabile dai comuni in diminuzione fino allo 0,1%.
Sono previste detrazioni per l’abitazione principale, una fissa pari ad € 200,00, ed una che dipende dal numero di figli conviventi di età non superiore a 26 anni nella misura di € 50,00 per ciascun figlio fino ad un massimo di € 400,00.
Il web mette tuttavia a disposizione parecchi strumenti per capire come calcolare l’Imu. Molti siti infatti forniscono moduli interattivi preimpostati che all’inserimento di alcuni dati restituiscono come risultato la cifra esatta da pagare.
Di seguito ve ne segnaliamo alcuni:
http://www.calcoloimu.it/ , sito interamente dedicato imposta e a come calcolare l’IMU. All’interno è possibile trovare anche il testo completo delle varie normative, in particolare il d.l. 201 del 2011. Il sito mette inoltre a disposizione delle App gratuite per effettuare il calcolo dell’IMU anche dal proprio Smartphone.
Il sole 24 Ore http://calcoloimu.ilsole24ore.com/calcimu/comuni_1120/calcimu.php?comune=000Q nell’apposita sezione specifica per il calcolo dell’IMU